martedì 18 giugno 2013

E' la musica la musica ribelle...


Ciao!! rieccomi! Pensavate che dopo l'ultimo post sarei definitivamente emigrata in Australia dedicandomi a tempo pieno ad abbracciare koala? Ammetto che la tentazione è stata forte, ma i koala non mi hanno voluta percui, come gli zombie, a volte "ritorno".

Dopo una primavera (cosa? primavera!?e cosa sarebbe?) travestita da inverno che nella ridente Torino ha visto a maggio tre soli giorni senza pioggia finalmente è scoppiata l'estate. Meno male, il tono dell'umore è influenzato anche e soprattutto dalla luce solare e dalle mie parti dal 21 marzo in poi se ne è vista pochissima. La mia allegra famigliola aveva stabilizzato il barometro dell'umore sul valore "Hannibal The Cannibal", gatta compresa (i cani, bontà loro, erano sempre felici), e ora invece siamo ritornati al nostro lifestyle squinternato.

Nel frattempo però pensavate che la band sarebbe stata a guardare? No! Abbiamo confidato nel rock e abbiamo suonato molto, ottenendo buoni riconoscimenti e divertendoci parecchio. Abbiamo partecipato alle finali di vari concorsi, suonato molti pezzi nuovi e stiamo rielaborando molti pezzi già rodati per donare loro ancora qualcosa in più. Le ultime news e le date di luglio le trovate qui.

Tra le tante date mi sono resa conto di come la musica, ad oggi, sia profondamente cambiata; esiste ormai una dicotomia ben precisa tra le band: da un lato ci sono le cover/tribute band che propongono successi già strafamosi o scimmiottano il cantante o band di riferimento e suonano praticamente ovunque (non me ne vogliate, ma io le tribute proprio non le comprendo...perchè devo andare a vedere, ad esempio, un tizio travestito da Vasco che cerca di imitare Vasco? Mi compro il cd o vado al concerto dell'artista "vero"...non so, è come se anzichè mangiare un vero pollo arrosto ne mangiassi uno finto, di plastica, di quelli che si usano per far giocare i cani) e dall'altro ci sono le band che suonano inediti , volgarmente detti "pezzi propri", che al contrario delle tribute suonano solo ai concorsi o fanno i tappabuchi a qualche evento sgalfo o fanno concerti a rimorchio delle suddette tribute (suonando alle nove di sera davanti a dieci persone) pur di fare sentire a qualcuno il frutto di ore ed ore di lavoro del proprio cervello e della propria creatività, nella vana speranza che qualche produttore le noti...
Eh già i produttori...una razza più estinta del Dodo; ahimè non siamo negli Stati Uniti, qui i talent scout vivono solo in tv ed hanno la competenza musicale di Simona Ventura, e nei talent televisivi le band formate da cantanti e musicisti non sono ammesse (razzisti!!); quindi ecco che scatta la depressione e ci si richiude in sala a creare e a litigare dicendoci che tanto "qui in Italia non andiamo da nessuna parte", "eh sì ma lo lasci tu il lavoro per andare all'estero?", "la musica è in crisi, è tutto inutile".

Ovvio, le band scarse ci sono ovunque, ma nel sottobosco delle formazioni che suonano inediti c'è anche tanta tanta qualità, che ahimè viene relegata in mini concerti da 20 minuti nei concorsi del giovedì sera (e chi a Torino va dicendo che "il giovedì è il nuovo sabato" deve andare a farsi un bel giretto a quel paese).

Avete capito a quale categoria appartiene la mia band? Gli Emblema suonano inediti, e a mio parere li suonano anche piuttosto bene, ed io coltivo il sogno che prima o poi sfonderanno. Qualche giorno fa abbiamo scoperto che uno sparuto e minuscolo gruppo di temerari ha comprato su Zimbalam alcuni nostri pezzi. Ovviamente i compratori non sono italiani (per l'italiano medio il rock è solo Vasco o al massimo Ligabue, gia i Negramaro sono "roba da alternativi"), ma svedesi, tedeschi e spagnoli. Beh...sapere che in qualche remota città della Svezia qualcuno vada al lavoro la mattina mettendo nella playlist della propria auto anche un nostro pezzo o vada a correre con "This is The End" o "Duality" nell'I-Pod mi ha resa davvero felice. La musica è universale, varca tutti i confini ed unisce tutti coloro che la amano!

Se solo qui, in Italia, si concedesse più spazio alle band emergenti, si credesse in loro, se le grandi radio evitassero di avere una playlist di trenta pezzi ipercommerciali, se non passassero tout court nel loro airplay l'ultimo singolo del cantante famoso solo pechè tale (e che a volte può fare schifo...cito sempre Vasco,poveretto, ma gli ultimi singoli sono penosi, o i singoli dei vari cantanti di Amici o X-factor che spesso sono realmente brutti, con testi banali e quattro accordi strasentiti), se permettessero ai produttori di andare ancora in giro per locali e sale prova a sentire cosa c'è di nuovo credo che la scena rock italiana sarebbe viva e splendida, e non avrebbe nulla da invidiare a quella anglosassone o americana.

E i locali...nota dolente! Capisco che con la crisi che c'è la loro priorità sia avere la sala piena di gente che consuma, ma se i locali live per band di inediti si contano sulla punta delle dita e se i gestori richiedono solo cover e non ti danno nemmeno la cena al posto del rimborso spese (ci sono regole non scritte in questo mondo sommerso, che distinguono i locali players-friendly da quelli no) come si fa a suonare! Quando magari dopo una giornata durissima al lavoro devi correre a caricarti in auto la strumentazione, macinare chilometri, montarti il palco e fare del tuo meglio per poi sentirti dire "eh mi spiace ma non avete portato abbastanza gente" senza nemmeno mezzo commento sulla tecnica dei tuoi musicisti e sull'esecuzione dei pezzi ti viene l'idrofobia...come se dovessere essere la band a fornire avventori al locale che altrimenti sarebbe vuoto. Se un negozio vende brutti abiti nessuno andrà a fare acquisti lì e prima o poi chiuderà, e non cambierà nulla il fatto che quattro amiche e le loro sorelle vadano tutte insieme a fare shopping lì un sabato pomeriggio. Sarà una giornata buona in un mondo di giornate andate male; lo stesso vale per i locali, se in un locale si mangia o si beve male, i gestori o i camerieri sono scorbutici si può star certi che non saranno le trenta persone portate dalla band a risollevare la sua sorte e rimarrà drammaticamente vuoto.
Eppure la vita della lavoratrice di giorno-musicista di notte è questa...tanta passione e porte in faccia, tanti complimenti e tante delusioni quando vedi premiare band di ragazzini stonati che suonano (male) tre accordi in croce solo perchè "adesso va di moda quella musica lì tra i giovani". I musicisti ti riempiono di elogi, e questo è bene, ma il rock sta diventando di nicchia, e invece dovrebbe essere la musica di tutti.

Giovani rockers, trentenni e quarantenni cresciuti a buona musica, semplici appassionati di rock....DOVE SIETE??? Noi siamo qui...ascoltateci!

A presto!

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